lunedì 20 ottobre 2008

Certificato di Laurea

Si attesta che il possessore del presente certificato ha conseguito la Laurea in Spaziotempo ed è autorizzato a esercitare il controllo totale su ogni evento della propria vita, oltre che su un numero indefinito di vite simultanee nelle quali potrà soffermarsi a piacimento per approfondire la propria conoscenza. Inoltre potrà scegliere libe­ramente di gioire o di soffrire, e di attirare a sé gli spiriti guida che riterrà utili alla propria forma­zione e al proprio svago.
Il certificato è soggetto alle seguenti limitazioni: Auto-imposto.

Controllate:
tutti avete questo certificato
in tasca.

martedì 14 ottobre 2008

Barbieri e Dio

Un tizio si reca da un barbiere per farsi tagliare i capelli eradere la barba. Appena il barbiere comincia a lavorare, iniziano ad avere unabuona conversazione. Parlano di tante cose e di vari argomenti. Quando alla fine toccano l'argomento Dio, il barbiere dice:Io non credo che Dio esista. Perchè dice questo? chiede il cliente. Beh, basta uscire per strada per rendersi conto che Dio non esiste. Mi dica, se Dio esistesse, ci sarebbero così tante persone malate? Ci sarebbero bambini abbandonati? Se Dio esistesse, non ci sarebbero più sofferenza nè dolore. Io non posso immaginare che un Dio amorevole permetta tutte questecose. Il cliente pensa per un momento, ma non replica perchè non vuole iniziare una discussione. Il barbiere finisce il suo lavoro ed il cliente lascia il negozio. Appena dopo aver lasciato il negozio del barbiere, vede un uomo instrada con dei capelli lunghi, annodati e sporchi e con la barba sfatta. Sembrava sporco e trasandato. Il cliente torna indietro ed entradi nuovo nel negozio del barbiere e gli dice: La sa una cosa? I barbieri non esistono. Come può dire ciò? chiede il barbiere sorpreso. Io sono qui e sono un barbiere. Ed ho appena lavorato su di lei! No! esclama il cliente. I barbieri non esistono perchè se esistessero non ci sarebbero persone con lunghi capelli sporchi e barbe sfattecome quell'uomo là fuori. Ma i barbieri ESISTONO! Questo è ciò che succede quando la gente non viene da me. Esattamente! afferma il cliente. Questo è proprio il punto! Anche Dio ESISTE! Questo è ciò che succede quando la gente non va da Lui e cerca il Suo aiuto. Questo è il motivo per cui c'è tanto dolore e sofferenza nel mondo.

giovedì 10 luglio 2008

DIO È CON TE ANCHE NELLE SOFFERENZE!

Il noto Salmo 23, "l'Eterno è il mio pastore" ci dice fra l'altro: "Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei male alcuno, perché tu sei con me". Tu, che ora stai attraversando una valle tenebrosa, prega il Signor Gesù Cristo di essere il tuo buon pastore. Forse sei pieno di dubbi e di inquietudine, non vedi nessun barlume di speranza, non sai come tirare avanti, la colpa e l'incertezza ti riempiono, pensieri di suicidio ti assillano. GESU' ha mostrato innumerevoli volte che è a disposizione di quelli stanno toccando "il fondo". Egli dice: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati" (Marco 2: 17). Se avrai fiducia in GESU', allora vedrai che Egli sa consolare come nessun altro. La Sua parola è la consolazione che toglie ogni paura. Egli ti darà una speranza che ti riempirà di una grande certezza di vita dopo la morte. La Bibbia ci mostra chiaramente la via d'uscita. Si chiama GESU' Cristo, poiché Egli è la via, la verità e la vita. Devi dire "sì" a Lui e consegnarGli la tua vita sia nei giorni felici, che in quelli tristi. Molti malati gravi credono che la morte sia una liberazione, e che con essa tutto finisca. Ma questo non è vero! Nel profondo del cuore, noi sappiamo che con la morte non terminerà tutto. La Bibbia ci testimonia questo; per esempio nell'evangelo di Luca 16:19-31 leggiamo che la vita continua dopo la morte e ogni individuo deve rendere conto a Dio; e ancora: "E' stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27).

lunedì 7 luglio 2008

EUTANASIA

Da qualche tempo, in Olanda, è in vigore una legge che fornisce "la base giuridica" per l'eutanasia attiva. In essa, le sofferenze fisiche e psichiche sono definite ragioni per l'eutanasia attiva, anche se il paziente non è un malato incurabile. Ma dove pone i propri limiti l'uomo moderno? Abbiamo ancora davanti agli occhi i tremendi eventi nell'ospedale viennese di Lains, dove alcune infermiere hanno deliberatamente ucciso pazienti per pura comodità! Si conoscono anche casi, nei quali persone soggette a depressioni si sono lasciate convincere, nella loro miseria interiore, a scegliere il suicidio. Si trattava di persone non malate incurabilmente, che bisognava aiutare in altro modo! Oltre questo, c'è magari il rischio che degli eredi in scomoda situazione finanziaria desiderassero la morte rapida del testatore ammalato. Oppure che si permetta di "liberare dalla sofferenza" un invalido, non per via delle sofferenze, ma per pura pigrizia o comodità. Normalmente, la voglia di vivere è sempre più forte del desiderio di morire. Con questo, si solleva la domanda: la persona che desidera la propria morte chiede ad altri di aiutarla? Chi può sapere che non si tratti invece di uno stato eccezionale? L'esperienza insegna che il paziente al quale il medico ha rifiutato la medicina mortale più tardi sarà riconoscente al medico stesso. Chi ha fatto un tentativo di suicidio, più tardi ringrazierà la persona che lo ha salvato. L'eutanasia attiva va contro la volontà divina. Soltanto Dio ha il diritto di dare la vita e di riprendersela!

giovedì 3 luglio 2008

VIVERE REALMENTE

Non molto tempo fa mi incontrai con un gruppo di uomini, a pranzo. La nostra conversazione cominciò a girare attorno alla questione: "che cosa significa realmente vivere?" Fu molto interessante scoprire che le risposte non erano facili, anzi molto diverse fra di loro. Per uno dei partecipanti, vivere significava "apprezzare le cose migliori della vita". Per un altro "Vivere era avere piacere evitando al massimo le cose noiose". Finalmente la discussione divenne più seria, man mano che le persone ammettevano che, anche se beni materiali e attività gradevoli rendono la vita più gioiosa, nel "vivere veramente" esiste qualcosa di intangibile che non può essere messo dentro una scatola e nemmeno diventare l'annotazione di una agenda. Molti secoli fa Gesù manifestò ai Suoi seguaci che cosa significa vivere veramente. Egli affermò "...Sono venuto perché voi abbiate vita e l'abbiate in abbondanza" (Giovanni 10.10). Che significato ha avere una vita piena o abbondante?
Vivere veramente richiede un proposito. Un elemento importante per il successo di qualsiasi iniziativa é la motivazione che c'è dietro. Senza proposito potremmo ingaggiarci in vane ricerche, in attività che possono apparire attraenti ma che alla fine non presentano risultati positivi e duraturi. L'apostolo Paolo scrisse: "Ma tu hai seguito da vicino il mio ammaestramento, la mia condotta, i miei consigli, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia perseveranza" (II Timoteo 3.10). Lui sapeva chiaramente dove stava andando e come fare per arrivarci.
Vivere veramente richiede lavoro. Il lavoro non é "un male necessario", ma uno dei mezzi attraverso il quale possiamo usare le nostre qualità, i nostri doni e le nostre esperienze, sia per la nostra realizzazione personale che per il bene degli altri. Il lavoro esprime chi siamo e ciò che fummo destinati ad essere. - Colui che é pigro nel suo lavoro, é fratello dell'uomo dissipatore" (Proverbi 18.9), vale il narcisismo, e la domanda tipica é: "Qual'è il bene che ciò mi porterà?" Intanto una delle emozioni più profonde é l'amore. Esiste l'amore romantico e sensuale, ma anche l'amore per la famiglia, per gli amici, per la patria, per una causa nobile. Quando si esprime l'amore con azioni di rinuncia, il vivere veramente si perfeziona, sia in profondità che in grandezza. "Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici" (Giovanni 15.13)".
Vivere veramente richiede dare. Una visione egoista della vita si concentra su quello che si può ricevere. Ma, come Gesù disse, "C'é maggiore felicità nel dare che nel ricevere" (Atti 20.35).
E una curiosa verità. Quando diamo, il dare crea una relazione. Una delle più grandi gioie della vita é sapere che quel poco che diamo può migliorare la vita di altre persone. “Chi disprezza il suo prossimo, pecca, ma chi ha pietà dei poveri é beato" (Proverbi 14.21).
Ti interessa vivere veramente? Seguendo ed applicando i principi sopra descritti, avrai un eccellente inizio. Ma prima di tutto questo, interessati di avere dentro di te Colui che è la Vita: Cristo!

domenica 29 giugno 2008

UNA LUCE NELL'OSCURITÀ

Questa è la caverna, ragazzi" disse Gary Lutes, di trentasette anni, ai suoi due figli Tim di nove anni e Buddy di tredici, con cui era andato ad esplorare una profonda caverna nello Stato della Virginia. Nel più profondo della grotta le sue tre lampade, inspiegabilmente, si spensero. Rimasero sommersi nella più densa oscurità a quasi 200 metri sotto terra. Cominciarono così cinque giorni da incubo. Con pochissima acqua, senza alimenti, senza luce e persi nel labirinto di corridoi, il padre ed i due figli pensarono che non sarebbero sopravvissuti. Ma in mezzo a quella tremenda oscurità ,fisica ed emozionale brillò una luce. Era una luce nella mente di Gary; un passaggio biblico che dice: "Tutto posso in Cristo che mi fortifica", (Filippesi 4:13). Quella piccola luce fu sufficiente per mantenerli nella speranza fino a che li trovò una pattuglia di soccorso. Quante volte nella vita, in mezzo ad una densa oscurità emozionale, chiediamo a qualcuno luce! Per Gary Lutes ed i suoi figli quella luce fu un passaggio biblico, che diede loro forza per sopportare il freddo, l' oscurità , la fame, la debolezza , la paura. Attualmente molti si trovano a vivere in una caverna emozionale molto oscura, in un lungo giorno buio, senza speranza, senza via d' uscita, ma per essi come per Gary c'è luce , c'è speranza, riecheggia ancora quel verso: "Tutto posso in Cristo che mi fortifica". Cristo è l'unica luce capace di illuminare il buio dell'anima e di brillare nelle situazioni più oscure, rinnovando le tue forze per oltrepassare qualsiasi caverna, dandoti la via d'uscita.

venerdì 27 giugno 2008

UNA FEDE COSTANTE

William Jennings Bryan in visita in Giappone partecipò ad un banchetto offerto da un ammiraglio della Marina Giapponese. Per celebrare i trionfi dell'Ammiraglio con un brindisi, tutti alzarono le loro coppe di champagne.
Ci fu grande meraviglia quando Brian, alzò un bicchiere di acqua. Qualcuno gli afferrò il braccio e sussurrò che il suo atto sarebbe stato considerato un'offesa per il festeggiato.
La risposta di Bryan, guardando l'Ammiraglio, fu: "Signore, lei ha conquistato le sue vittorie nell'acqua, ed io bevo alla sua salute nell'acqua; quando lei conquisterà vittorie nello champagne io berrò alla sua salute nello champagne".
Siamo capaci di mantenere le nostre convinzioni davanti alle situazioni senza cambiare? O ci adattiamo all'ambiente e ci comportiamo come gli altri solo per fare bella figura con quelli che stanno intorno a noi?
Quando il ladro sulla croce, di fianco a Gesù, decise di non seguire i gesti della maggioranza, ma accettò il Signore Gesù e la promessa di stare con Lui nel Paradiso andò contro l'opinione comune sì, ma ottenne la vita eterna!
Ricorda sempre, in ogni scelta che fai, che conta più piacere a Dio che al resto del mondo!

martedì 24 giugno 2008

UN VALORE CHIAMATO TEMPO

Immagina che esista una banca che ogni mattina aggiunga sul tuo conto la quantità di 86.400 €. Questa strana banca non permette che il saldo sia cumulato nei giorni ed ogni notte cancella dal tuo conto i soldi che non hai speso. Tutti noi siamo clienti di questa particolare banca che non gestisce il nostro denaro, ma qualcosa di molto più prezioso, il nostro tempo! Ogni mattina, la banca del tempo aggiunge sul tuo conto personale 86.400 secondi; ed ogni notte cancella tutto quello che non hai speso o investito in qualcosa di vantaggioso, se non usi il tuo saldo durante il giorno, esso viene perso, non esistono bonifici o accrediti. Considera quindi il valore del tuo tempo.
Per capire il valore di un anno, pensa a qualche studente che è stato bocciato ad un esame. Per capire il valore di un mese, pensa ad una madre che dà alla luce un neonato prematuro... Per capire il valore di una settimana, pensa all'editore di un settimanale. Per capire il valore di un'ora, pensa agli amanti che non vedono l'ora di incontrarsi!

sabato 21 giugno 2008

UN DIALOGO DI DODICI ORE

Fu un dialogo di dodici ore. Dodici ore sul cornicione del ventiseiesimo piano di un grattacielo di Parigi, Francia. Un dialogo in cui si parlò di tutto: teologia, religione, psicologia, commercio. Il dialogo fu tra Dennis, un commerciante in bancarotta, e Raymond Gaits, un sacerdote di sessant'anni. Dennis voleva suicidarsi, e padre Raymond voleva convincerlo a non farlo. Alle dodici esatte, entrambi gli uomini si presero per mano e si lanciarono nel vuoto. "Chi dei due è stato più convincente?", fu la domanda di tutti i giornali di Parigi. Cosa sarà successo durante quel dialogo? Cosa avrà detto il suicida al sacerdote? Forse i due alla fine si saran no convinti che questo mondo non offre niente, e che è meglio morire che vivere?
Perché le persone si tolgono la vita? Che disperazione può portare qualcuno a una decisione così estrema? Eppure ogni cosa in questo mondo è un canto alla vita, dalla pianta più insignificante al neonato che col suo pianto inaugura i suoi polmoni. Tutti vogliono vivere, nessuno vuole morire. Cos'è allora che altera quell'essenza della vita?
Possono succedere molte cose che portano squilibrio alla mente umana, ma in realtà sono solamente i sintomi di qualcosa di più profondo: la mancanza di fiducia in se stessi e la non certezza della vita eterna. Chi è in pace con Dio non si può suicidare perché sa che la vita che Dio ci ha donato è qualcosa di sacro.
C'è un solo modo per ottenere pace con Dio, andando a Lui e lasciandogli ogni nostro peso e difficoltà. Gesù Cristo vuole portare il nostro carico, farci riacquistare fiducia in noi stessi, e darci la certezza della vita eterna?

giovedì 19 giugno 2008

TRASFORMAZIONE GLORIOSA

Su una collina, vicina a Firenze, in un parco della famosa città, c'è la statua di Michelangelo, "Davide che uccide Golia". Una figura di rara bellezza, grazia e forza. Il giovane pastore coraggioso che con la sua fionda lanciò la pietra che aveva nella cintura. Quella statua fu tagliata da un blocco di marmo che un altro artista aveva lavorato e che accantonò, perché pensava fosse inutile.
Forse abbiamo conservato nelle nostre anime quei momenti che ci hanno fatto tanto male da metterci in una condizione di tristezza? Come ci possiamo liberare delle colpe del passato, dell'offesa di un amico che consideravamo importante, dell'indifferenza di una persona speciale che tanto ferì il nostro cuore, della sensazione di fallimento ed impossibilità di realizzazione di un grande sogno? Tutti i nostri peccati, tutti i nostri inganni, tutti i nostri fallimenti che mettiamo con coraggio e fiducia davanti al Signore, saranno ricostruiti da Dio e trasformati in qualcosa di eterno, buono e vero. Dio può e vuole trasformare la nostra vita. Quando tutto sembra irrimediabilmente perso, Egli opera meraviglie e fa rinascere in noi l'allegria di una vita piena ed abbondante. Dobbiamo solamente credere e sperare nella sua provvidenza. Nel momento giusto e nella forma giusta, la benedizione arriverà. Credi che tutto si scagli contro di te? Lascia che Dio agisca e rimarrai stupito dal risultato finale!

martedì 17 giugno 2008

TELEFONATA A DIO

- “Ciao Dio, scusa se ti disturbo questa sera, ma vorrei parlarti un momento...”
- “Già so cosa vuoi dirmi, ma parla, ho bisogno di sentire le tue parole”.
- “Ho bisogno di un amico che mi ascolti nelle mie prove e difficoltà. Come vedi, non posso farlo sempre durante il giorno, ma ho bisogno del tuo amore come guida, per non sentirmi mai solo. Voglio chiederti un favore: Dammi fede, caro Dio, per affrontare ogni ora del giorno, e non preoccuparmi per le cose che non posso cambiare in nessuna maniera.”
- “Non c'è niente che non può cambiare, amico mio caro, basta chiederlo con fede! E poi, non do mai pesi che una persona non possa sopportare. Stai tranquillo, su di te veglio Io!”
- “Grazie Dio, per essere il mio rifugio e grazie per aver risposto alla mia chiamata, ora mi sento meglio. Grazie per darmi consigli tanto buoni . Il tuo numero, Dio, è l'unico che è sempre occupato, ma allo stesso tempo sempre libero e pronto per dare risposte rassicuranti. Mai ho dovuto pagare un centesimo
per parlare con te!! Grazie Dio, sono sicuro che domani sarà un giorno nuovo per me.”
- “Lo sarà, caro mio, ti amo e ti benedico”.
- “Buona notte Dio, ti amo anche io, Amico mio fedele; ti chiamerò domani di nuovo, mi risponderai vero?”
- “Certo, aspetterò con ansia la tua chiamata!”
Che aspettiamo a fare anche noi una chiamata così? Troveremo un Amico disposto, comprensivo ed interessato alla nostra vita, Gesù!

sabato 14 giugno 2008

L'ULTIMA PAGA

"Non ci posso credere!" mi disse quella mattina la mia giovane vicina, "finalmente abbiamo appena pagato la nostra ultima rata. C'eravamo lasciati convincere ad adottare questo mezzo di pagamento, senza aver fatto bene i nostri conti, ed eravamo ormai al limite della sopportazione; questo pensiero è arrivato a togliere il sonno sia a mio marito che a me". Sappiamo però che esistono anche persone alle quali i loro impegni finanziari non pesano granché. Esse vivono continuamente al di sopra delle loro possibilità economiche. L'ufficiale giudiziario conosce bene il loro indirizzo di casa e i banchieri li sorvegliano costantemente; sono gli "habitué" dei conti in rosso.
Se pensiamo al debito morale degli uomini nei riguardi di Dio, possiamo anche qui distinguere fra coloro che sentono la loro responsabilità davanti a Lui e coloro per i quali il fardello dei loro peccati non è affatto pesante; e lasciano che
diventi grande senza per questo porsi molte domande! Ma esiste una terza categoria di persone che hanno accettato che il loro "passivo" venisse pagato, sì, il peso della loro colpevolezza che li opprimeva! Pagato, ma non personalmente da loro: ne sarebbero stati ben incapaci. Un altro ha saldato il debito: Gesù, sulla croce, ha pagato al loro posto. In greco, la lingua in cui il Nuovo Testamento è stato scritto, una delle ultime parole pronunciate dal nostro Signore Gesù crocifisso è stata: Tetelestai; termine che si scriveva in fondo a una fattura quietanzale e che viene tradotto con "è compiuto". Dall'alto della croce, il Figlio di Dio proclama così che il debito è stato pagato definitivamente. Il credente non deve più nulla a Dio. Solo riconoscenza e amore.

giovedì 12 giugno 2008

SII FORTE E CORAGGIOSO

Un aereo moderno, sulla pista vicino alla nostra, mi lasciò stupefatto. Ammirai le dimensioni di quel miracolo aeronautico, e immaginavo cosa avrebbero potuto pensare gli inventori del primo aereo nel vedere gli aerei moderni. Quegli uomini avevano sognato una macchina volante quando il mondo non avrebbe mai ammesso la possibilità che ciò fosse possibile. Certamente si saranno sentiti ripetere varie volte: "Ma che idea pazza!". Gli inventori sono presi di mira quando fanno grandi scoperte. Ma lo stesso vale anche per gli innovatori che si proiettano verso il futuro in cerca di soluzioni nuove; soluzioni che siano più efficienti, meno gravose e con nuove risorse. Tuttavia, se Dio semina un sogno nel tuo cuore, non dimenticare di essere forte e coraggioso. Va' avanti, apporta nella tua vita quei cambiamenti necessari e forse, fra qualche anno, tu sarai fra gli innovatori che ammireremo per le meraviglie compiute. Cos'è che t'impedisce di farlo? Quando una persona è consapevole di non avere nelle mani il controllo di tutto, allora sa di poter fare affidamento su Dio che la può aiutare a togliere quelle deficienze che stanno impedendo di vivere veramente la vita! Le parole "scoraggiato" e "impaurito" forse descrivono come ti senti quando sei completamente solo. Ma Dio ti dice: "lo sono con te, e opero in te".
Il signor Weber ci racconta questa storia:
'Mio figlio di dodici anni aveva il compito di prendersi cura del fratello di tre anni, su un molo dove erano attraccate delle barche. Il piccolo perse l'equilibrio e cadde in acqua, dove c'erano circa 1 metro e 80 di profondità. Il bambino più grande incominciò a gridare. Io corsi in aiuto e mi tuffai in quell'acqua torbida, ma non riuscii a vedere niente. Non potevo trovare mio figlio. Ritornai a galla per respirare, e poi mi tuffai di nuovo. Finalmente lo trovai, a circa 1 metro e 20 dalla superficie, aggrappato ai pali di sostegno del porto, cercando di salvarsi. Lo afferrai e lo portai in superficie: tutt'e due quasi senza più aria.
"Dimmi Billy, come mai ti sei tenuto così stretto ai pali che stavano sott'acqua?". Mio figlio rispose: "Stavo aspettando te, papà, sapevo che saresti venuto a salvarmi!".
Proprio come quel bambino, molti rimangono sommersi, aspettando che Dio si manifesti. Ma Lui vuole staccare le nostre mani da ciò che cerca di tenerci a fondo, irrompere nella nostra paura e nel nostro scoraggiamento, e dirci: "Sono qui, sono con te, non preoccuparti!".
Un giorno, mentre i discepoli erano in barca, si abbatté su di loro una tempesta. Si spaventarono, e gridarono a Gesù. Al loro grido, il Signore gli venne in aiuto salvandoli. Anche noi, se siamo in difficoltà e nelle prove, non ci scoraggiamo, ma invochiamo Cristo Gesù il Signore, che di certo accorrerà in nostro soccorso!

mercoledì 11 giugno 2008

UNA FEDE COSTANTE

William Jennings Bryan in visita in Giappone partecipò ad un banchetto offerto da un ammiraglio della Marina Giapponese. Per celebrare i trionfi dell'Ammiraglio con un brindisi, tutti alzarono le loro coppe di champagne.
Ci fu grande meraviglia quando Brian, alzò un bicchiere di acqua. Qualcuno gli afferrò il braccio e sussurrò che il suo atto sarebbe stato considerato un'offesa per il festeggiato.
La risposta di Bryan, guardando l'Ammiraglio, fu: "Signore, lei ha conquistato le sue vittorie nell'acqua, ed io bevo alla sua salute nell'acqua; quando lei conquisterà vittorie nello champagne io berrò alla sua salute nello champagne".
Siamo capaci di mantenere le nostre convinzioni davanti alle situazioni senza cambiare? O ci adattiamo all'ambiente e ci comportiamo come gli altri solo per fare bella figura con quelli che stanno intorno a noi?
Quando il ladro sulla croce, di fianco a Gesù, decise di non seguire i gesti della maggioranza, ma accettò il Signore Gesù e la promessa di stare con Lui nel Paradiso andò contro l'opinione comune sì, ma ottenne la vita eterna!
Ricorda sempre, in ogni scelta che fai, che conta più piacere a Dio che al resto del mondo!

LE PASSIONI MALATE DI OGGI

L'omosessualità e le passioni amorose contro natura sono delle infermità morali dell'uomo moderno. Ciò che prima era aberrante, oggi è normale. Ciò che prima era definito peccato, oggi è diventato virtù. Ciò che prima si faceva nell'occulto, oggi è diventato moda ed è arrivato ad essere perfino un simbolo di libertà e maturità. Tutto ciò non è altro che il culmine di un processo che cominciò diversi secoli fa. L'omosessualità, la droga, le immoralità e il calpestare le norme divine non sono altro che il frutto di ciò che è stata la prima disubbidienza di Adamo a Dio. Basterebbe un semplice sguardo ai fatti giornalieri della società per comprendere. Quanti omicidi, rapine, sequestri, violazioni, suicidi, prostituzione, omosessualità, ubriachezza e droga si producono ogni giorno nel mondo? Milioni di casi! Ogni mancanza morale dell'uomo proviene dalla perversione. La passione sessuale non è altro che l'amore perso. L'ubriachezza è un istinto a bere finché si converte in vizio. Il rubare è un'ansia naturale di possedere qualcosa.
La soluzione per l'uomo non è quella di sopprimere istinti sani e naturali, inclusi quelli dell'amore, ma di dargli la proporzione e l'equilibrio giusto. Esso si raggiunge solo ed esclusivamente quando Cristo viene a vivere in noi, a dirigere e governare la nostra vita. Invitiamo Cristo a diventare il nostro Salvatore, Signore, Maestro e Padrone del nostro vivere.

martedì 10 giugno 2008

AUTOGIUSTIFICAZIONE

Per sua natura l'uomo è portato ad incolpare gli altri dei propri errori. Come quel ragazzino che provocò un allarme generale posando il piede sulla coda del gatto. La madre, che dalla stanza vicina aveva sentito il forte miagolio dell'animale, gridò: "Smettila di tirare la coda al gatto!". Il bimbo, per difendersi, rispose: "Mamma, non sto tirando la coda al gatto, ci sono solo sopra; lui si è messo sotto il mio piede!". Forse possiamo sorridere al maldestro e umoristico tentativo di attribuire la colpa all'innocente gatto; però, come spesso accade, mentre scorgiamo chiaramente la "pagliuzza" nell'occhio dell'altro, siamo ciechi per la "trave" nel nostro occhio. Gli uomini cercano più di giustificarsi che di riconoscere il vero stato delle cose. Visto dalla prospettiva di Dio il nostro punto di vista è il più delle volte mortificante, giacché Egli dichiara che ogni nostra "giustizia è diventata come un abito invecchiato". Nonostante Dio abbia tracciato molto chiaramente la via della salvezza, l'uomo persiste nel volersi tirare fuori "con i legacci delle proprie scarpe", cioè con i propri mezzi. Perché questo? Vedi, quando Dio creò l'uomo, lo fece perfetto e lo pose in una felice condizione, per lui era una gioia passeggiare nel fresco della sera con il Signore. Ma dopo il peccato, la natura umana fu avvelenata. Le migliori azioni degli uomini sono macchiate e Dio è ignorato. Sedotto dal peccato, l'uomo non è in grado di riconoscere la sua attuale condizione e inutilmente s'immagina di piacere a Dio con le buone opere. Peccatore, svegliati! Prima che tu possa piacere a Dio, devi essere "giustificato per la Sua grazia". Smettila col tuo folle tentativo e comincia ad avere fiducia in Colui che ha detto: "Venite a me, e io vi darò riposo"!

sabato 7 giugno 2008

PRIGIONI NELLE QUALICI RINCHIUDIAMO

Paysandú, una bella città moderna e progressista, ubicata sulla sponda orientale del fiume Uruguay, aveva un problema. Avevano appena inaugurato un nuovo sistema carcerario, ma non c'era nessun carcerato da rinchiuderci. Il sindaco inaugurò l'edificio con una cerimonia molto solenne, e preparò un bel discorso. L'unica cosa che mancava, era qualcuno che inaugurasse quelle nuove e pulite celle. Si trovarono diversi nomi di delinquenti conosciuti, ladri, truffatori, ma non si trovò nessun candidato appropriato. Quindi successe una delle ironie della vita. In pochi giorni si scoprì nella città un gran contrabbando di automobili nella quale era implicato il sindaco stesso. Chi avrebbe pensato che quell'uomo che inaugurò la prigione sarebbe stato il primo ad inaugurarla in tutti i sensi? Gli esseri umani fabbricano continuamente prigioni nelle quali si rinchiudono da soli. Una delle prigioni più nefaste nella quale ci rinchiudiamo è quella della paura. Alcuni temiamo la malattia e la morte prematura. Che cosa guadagniamo con una simile paura? Per caso non ci priva della pace interna, imprigionandoci in una cella di preoccupazione costante? Pertanto, non ci angosciamo per il domani, perché ci saranno degli affanni. Ogni giorno ha già i suoi problemi ma non dobbiamo temerli. Invece di permettere che la paura e l'ansia c'imprigionino, permettiamo piuttosto che l'amore di Dio, amore perfetto, getti fuori la paura e ci liberi.

giovedì 5 giugno 2008

UN SOLO AMORE CON DUE REAZIONI

Lo scrittore Mark Guy Pearce stava leggendo un libro quando sentì che uno dei suoi figli rimproverò l'altro, dicendogli: "Devi comportarti bene. Devi essere buono altrimenti papà non ti vorrà più bene!" Lui subito intervenne spiegando: "Vi continuerò ad amare quando sarete buoni e quando non lo sarete. Quando sarete buoni, vi amerò di un amore che mi fa felice; quando sarete cattivi, vi amerò di un amore che mi rende triste".
Molti genitori invece di rassicurare i figli che il loro amore è un amore incondizionato, insegnano loro il contrario: un amore che dipende dal comportamento dei figli. Gli psicologi sono giunti alla conclusione che i figli si formano il concetto di Dio, il Padre celeste, secondo il concetto che hanno del proprio padre terreno.
Gesù Cristo fu il modello di quell'amore nel Suo atteggiamento verso l'apostolo Pietro. Quando Cristo volle sapere se davvero i Suoi discepoli Lo conoscessero, Pietro rispose: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", rendendo felice il Maestro. Ma la notte in cui Cristo fu tradito e giudicato ingiustamente, lo stesso Pietro negò di conoscere Gesù, rattristando il Maestro. Tuttavia, dopo la resurrezione, Cristo mostrò a Pietro di amarlo come prima.Stabiliamo che il nostro amore, da oggi in poi, sarà come l'amore che Pearce mostrò al figlio che non faceva altro che seguire l'esempio di Gesù Cristo che a Sua volta ha seguito l'esempio del Padre celeste.

giovedì 29 maggio 2008

Messaggio di tenerezza

Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo, sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?" E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c'è soltanto un'orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio".
Grazie teso per questo messaggio...

lunedì 19 maggio 2008

NÉ PIÙ E NÉ MENO IMPORTANTI

Il capitano di una nave ed il suo capo ingegnere discutevano su chi dei due era più importante nella nave. Cercando di provare, uno all'altro, la propria opinione, decisero di scambiarsi il ruolo. L'ingegnere capo salì sul ponte ed il capitano scese in sala macchine. Molte ore dopo, il capitano apparve tutto sporco e coperto di olio. "Capo" gridò, facendo segni con una chiave inglese, "lei deve scendere fino alla sala macchine, lo non riesco a fare funzionare i motori." "Certo che no", rispose il capo, "ci siamo arenati!" In una squadra, non esistono maggiori o minori, tutti sono importanti e dipendono gli uni dagli altri. Gran parte della nostra vita è prosciugata dall'aspettativa di raggiungere posti più alti. Vogliamo provare che siamo migliori, che siamo più capaci e che abbiamo più probabilità di arrivare alla cima di altri. E quando non raggiungiamo i nostri obiettivi, è come se fossimo per sempre condannati a quel fallimento. Dobbiamo capire qual è il posto più alto e nobile per la nostra vita. Dio vigila su tutto e stabilisce il posto appropriato per ognuno di noi. Abbiamo tutti un valore meraviglioso nelle mani del Signore e la felicità esiste per ognuno. Facciamo parte di una grande famiglia, la famiglia di Dio.
Tutti abbiamo responsabilità e diritti, tutti lavoriamo per lo stesso fine, e la vittoria solo sarà raggiunta se insieme ricerchiamo Dio!
Chi è un figlio di Dio non deve mai dimenticare che l'unica persona a cui guardare è Cristo impegnandosi a raggiungere il suo modello!

venerdì 9 maggio 2008

PROVACI

Un professore universitario decise di fare un esperimento con i suoi studenti. Diede ad ognuno di loro delle strisce colorate con una frase scritta sopra: "Sei importante per me". Ognuno ne ricevette 5, e dovevano darle a persone che volevano bene, per poi discuterne in aula il giorno dopo.
Tommaso era lontano da casa migliaia di Km e non sapeva a chi dare i bigliettini; gli venne in mente di un suo amico che lavorava in un'industria, andò a trovarlo, e gliene diede 4 senza sapere il motivo. A sua volta il lavoratore andò dal suo capo che era sempre di cattivo umore, e gliene diede 3. Il capo, meravigliato, pensava che dietro quel gesto si nascondesse una richiesta d'aumento, ma il giovane gli disse che era orgoglioso di avere un capo come lui. Quando il giovane uscì, il capo di corsa si recò a casa. Lì, appena vide sua moglie, la baciò, le disse che l'amava e le consegnò un bigliettino. Non si parlavano da due settimane ma, quando vide il suo "burbero" marito con le lacrime agli occhi, lo perdonò. Più tardi, l'uomo vide che gli era rimasto un altro bigliettino e senza pensarci due volte, andò nella stanza del figlio che pensava al suicidio. Il padre lo afferrò, lo abbracciò e gli consegnò il bigliettino "Sei importante per me"... Il giorno dopo all'università furono dozzine le storie a catena come quella di Tommaso... E' meraviglioso quello che è successo in questa piccola città, però non c'è bisogno di un bigliettino per esprimere affetto a qualcuno o per farsi perdonare, non importa come tu lo faccia, per iscritto, a parole. Basta che esprimi agli atri l'amore che il Signore ha dato a noi.

mercoledì 7 maggio 2008

FARE LA DIFFERENZA

Questa è la storia di un'insegnante di una scuola elementare, Maria. Ogni volta che arrivava con i suoi alunni al 5° anno e doveva lasciarli, come discorso finale, diceva sempre di aver voluto bene a tutti senza distinzioni, ma per un anno furono solo belle parole. Quella quinta elementare era la prima classe che la maestra Maria prendeva al quinto anno anziché dal primo. Era una classe modello, ad eccezione di un bambino: Leonardo. Era sempre malvestito, a volte sporco e quindi era messo sempre in disparte dai compagni. Anche la maestra aveva dei pregiudizi su di lui, infatti gli dava sempre il voto più basso, nonostante non lo meritasse. Un giorno, però, la curiosità fu tanta e volle indagare su Leonardo leggendo i giudizi finali che gli altri insegnanti scrivevano su di lui, ogni fine anno scolastico. Lesse quella del primo anno: " Leonardo è un bambino brillante, sempre sorridente ed ha svolto il suo lavoro con passione, è il miglior alunno dalla classe." Al secondo anno c'era scritto: "Eccellente studente, ma con problemi di natura familiare, avendo in casa una madre malata terminale. Per lui deve essere un ambiente soffocante" Al terzo anno: "La morte di sua madre è stata un duro colpo e suo padre ha poca cura di lui" Al quarto anno: "Ragazzo isolato che non mostra interesse alcuno alla scuola, non ha amici e spesso si addormenta in classe." Davanti a quelle note, la maestra si vergognò di se stessa e decise di aiutare Leonardo.
Leonardo diventò l'alunno preferito della maestra che gli impartì lezioni private gratuite ed in poco tempo il bambino tornò ad essere il migliore. A fine anno, Leonardo disse: "Maestra Maria, grazie, per me sei la migliore maestra che abbia mai avuto". Da quel momento, ogni anno, Leonardo scriveva una lettera con quelle parole, sempre; alle scuole medie, al liceo e perfino all'università. Un anno, l'ormai vecchia maestra, ricevette una lettera: «Sono passati tanti anni, ho cambiato e conosciuto tanti insegnanti bravissimi ma, maestra Maria, per me sei la migliore maestra che abbia mai avuto. Ti scrivo per dirti che mi sono laureato con 110 e lode in medicina, vorrei invitarti al mio matrimonio, ti voglio bene». La lettera fu firmata dal Dr. Leonardo Del Monte. Al matrimonio, la maestra abbracciò Leonardo e gli confessò con le lacrime agli occhi: «Pensavo che tu eri il peggiore, pensavo che non eri in grado di fare la differenza, ma l'hai fatta nel momento in cui ho cominciato a darti insegnamento».
Quante volte siamo superficiali sulle cose e con il nostro comportamento rischiamo di compromettere la vita degli altri.
Essere un buon cristiano, non vuol dire solo pregare o andare in chiesa, ma dare esempio e fare la differenza in modo che altri possano ammirare la differenza.
Ora capisci cosa significa fare differenza?

domenica 4 maggio 2008

NON È CURIOSO?

Quando un'altra persona impiega molto tempo per fare qualcosa, è lento. Ma quando io impiego molto tempo per farlo, sono minuzioso.
Quando un altro non fa qualcosa è troppo pigro. Ma, quando io non lo faccio, sono troppo occupato. Quando un altro si affretta a fare qualcosa senza che glielo dicano, sta oltrepassando i limiti. Ma, quando io mi affretto e faccio senza che me lo dicano, questa è iniziativa.
Quando un altro difende fermamente la sua opinione, è ostinato. Ma, quando esprimo io con forza la mia opinione, sono determinato.
Quando un altro non rispetta l'etichetta, è rozzo. Ma, quando io faccio lo stesso, sono anticonformista. Quando un altro fa qualcosa che piace al capo è un ruffiano. Ma, quando lo faccio io, sono uno che collabora.
Quando un altro ha successo, sicuramente è solo fortuna. Ma, quando questo succede a me, sono un uomo che ha lavorato duramente!!
Non è curioso, a tutti noi capita di pensare così, ma quanto difficile è riconoscerlo!
Spesso siamo intransigenti con gli altri e troppo indulgenti con noi stessi. Il nostro termine di paragone dovrebbe essere sempre e solo Cristo e, allora, saremmo talmente occupati ad aggiustare la nostra vita che non ci resterebbe tempo per giudicare gli altri!

giovedì 1 maggio 2008

NON TUTTO È COME SEMBRA

Se tu conoscessi una donna che è incinta ma ha già otto figli, tre dei quali sono sordi, due sono ciechi ed uno è ritardato mentale, le diresti di abortire?
Rispondi dopo aver letto la domanda successiva.
Se fosse tempo di scegliere un nuovo leader mondiale ed il tuo voto fosse decisivo, quale di questi candidati sceglieresti in base alle loro caratteristiche?
Candidato A: si associa con politici corrotti e normalmente consulta maghi e veggenti. Ha avuto due amanti. Fuma una sigaretta dietro l'altra e beve da 8 a 10 bicchieri di alcol al giorno.
Candidato B: è stato licenziato 2 volte, dorme fino a tardi, all'università usava oppio e beveva una bottiglia di whisky a notte.
Candidato C: è un eroe indiscusso di guerra. È vegetariano, non fuma, beve ogni tanto qualche birra e non ha avuto relazioni extra matrimoniali.
Quale di questi candidati sceglieresti?
Il candidato A è Franklin Roosevelt
Il candidato B è Winston Churchill.
Il candidato C è Adolph Hitler.
Se la tua risposta alla domanda dell'aborto è si... hai appena ammazzato il grande Beethoven. Non tutto è come sembra. La cosa importante delle persone sono loro stesse e non il loro passato o la loro apparenza. Cristo è l'unica persona che non ha mai giudicato, superficialmente o in base alle apparenze, alcuno. È una gioia sapere che Egli ci guarda nel profondo, come siamo veramente!
Impariamo da Lui ad andare oltre le convenzioni ed i pregiudizi comuni!

lunedì 28 aprile 2008

LE QUALITA' DI UN LEADER

Hai mai lavorato per qualcuno che poi non avresti mai più voluto lasciare?
La prima ditta in cui ho lavorato, appena terminata l'università, apparteneva ad una persona speciale, il signor Mills, che ne era anche il leader. Ricordo che i miei colleghi mi parlarono di lui come di un tipo particolare, e ciò mi preoccupava un po'. Quando il primo giorno di lavoro mi convocò nel suo ufficio, e mi disse che mi avrebbe chiesto di fare qualcosa che avrei detestato fare, la cosa mi spaventò. Invece, dopo qualche minuto di conversazione, mi sentii coinvolto dal suo entusiasmo, dalla gentilezza e dal rispetto nei miei riguardi, e dalla dignità che dimostrava come capo.
Nel lasciare l'ufficio, rimasi sorpreso di come un incarico, che inizialmente mi si presentava insipido, si fosse trasformato in una sfida che non vedevo l'ora di affrontare; tutto questo, grazie alla sua personalità positiva. Le persone amano seguire un leader ingegnoso.
Nel mondo del lavoro, però, esistono molti cosiddetti "capi" che non hanno dei veri seguaci che collaborano con loro con dedizione. Ciò può risultare pericoloso perché la saggezza popolare dice: un dirigente senza seguaci è uno che prima o poi andrà a passeggio da solo.
Una rinomata azienda che si distingue per la sua abilità nell'identificare tendenze e pratiche sociali, nel 1997 ha condotto un'indagine per determinare cosa le persone desiderino in un capo. Le cinque principali qualità riscontrate, sono state:
- abilità nel motivare le persone ed ottenere il loro coinvolgimento;
- abilità nelle trattative di un accordo, in presenza di conflitti;
- capacità nell'identificare il corso di un'azione ed afferrarla;
- capacità nel prendere decisioni, anche se non popolari, avendo come obiettivo l'interesse delle persone;
- esperienza nell'addestrare e sviluppare altri leaders che s'impegnino efficacemente.
Molti credono che, una volta raggiunta una posizione di autorità, le persone li seguiranno automaticamente. Spesso, invece, la posizione di autorità, porta alla solitudine, particolarmente nei momenti di maggiore difficoltà.
Un leader efficace, oltre ad avere la capacità di motivare i propri collaboratori, di trattare i conflitti in maniera abile, di tracciare un programma chiaro per le azioni, deve dimostrare interesse per le persone che guida, a volte addirittura sacrificando se stesso, proprio come faceva Gesù, il leader per eccellenza.
Se prendiamo esempio da Lui, stiamo certi che ogni nostra impresa avrà successo.

martedì 22 aprile 2008

PERCHÉ GRIDA LA GENTE?

Un giorno il Maestro domandò ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?".
Gli uomini pensarono alcuni momenti, "Perché perdiamo la calma, per questo motivo gridiamo" disse uno.
"Ma perché gridare quando l'altra persona è al tuo fianco?" domandò il Maestro, "non è possibile parlargli a voce bassa?"
Altri diedero altre risposte ma nessuna di esse soddisfaceva il maestro.
Alla fine uno spiegò: "Quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto e per coprire quella distanza devono gridare per poter ascoltarsi; più arrabbiati sono, più forte dovranno gridare per ascoltarsi ad una grande distanza"
Quindi il Maestro domandò: "Che succede quando due persone si innamorano?"
"Essi non si gridano ma si parlano soavemente, perché? perché i loro cuori sono molto vicini e la distanza tra essi è molto piccola"
Il Maestro continuò: "Addirittura non parlano ma solo sussurrano e si avvicinano di più nel loro amore, finché non hanno bisogno di sussurrare, solo si guardano e questo è tutto."
Quindi il Maestro continuò e disse: "Quando discutete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino , non dite parole che vi distanzino di più, verrà un giorno in cui la distanza sarà tanta e non troverete più la strada verso il ritorno..."
Se ci rivestiamo dell'amore di Dio che è in Cristo saremo capaci di coprire ogni distanza tra noi e gli altri!

giovedì 17 aprile 2008

ACQUA, UVETTA E... DIO

Claudia, una francese di quarantatré anni, proprietaria di uno yacht di undici metri di lunghezza, partì da sola dalla Nuova Zelanda, in rotta per il Giappone.
La partenza fu all'insegna dell'entusiasmo e dell'ottimismo. Tuttavia, la sfortuna si accanì contro il panfilo; un uragano si abbatté sull'imbarcazione, gli strumenti di navigazione si guastarono e i venti dell'uragano spezzarono l'albero; infine, a prua, all'improvviso emerse uno scoglio. Claudia descrive così quel momento: "Ebbi solo il tempo di riempire d'acqua una bottiglia, prendere alcuni acini di uvetta, gettarmi nella scialuppa di salvataggio e... sperare in Dio".
Claudia stette alla deriva nel Pacifico per molti giorni, soffrendo indicibili peripezie. Razionò accuratamente l'acqua e l'uvetta, e non smise mai di lottare e di credere in Dio.
La mattina del ventesimo giorno della sua odissea, la navigatrice solitaria approdò a Tanga, in Nuova Guinea. Le era rimasta ancora un po' d'acqua e alcuni acini di uvetta, era molto debole, ma non aveva mai perso la fede in Dio.
Purtroppo, non si naufraga solo in mare o negli oceani. Di tutti i 'naufragi' che ci sono nella vita, quello che causa tanta sofferenza è il naufragio di un matrimonio. In questo caso non è mai una sola persona a pagarne le conseguenze, ma a soffrirne sono i due coniugi e, nella maggioranza dei casi, i figli che rappresentano le vittime innocenti.
A volte i nostri dolori sono insopportabili ma Dio attende solo che Gli chiediamo aiuto. Cristo può ridare un senso alla nostra vita distrutta, attende solo il nostro grido d'aiuto.

martedì 15 aprile 2008

PIÙ PROFONDO DEL MARE AZZURRO

A centinaia di chilometri della costa di Guam c'è la Fossa Marina, il posto più profondo dell'oceano. Il 23 gennaio 1960, Jacques Piccard e Donald Walsh si imbarcarono in un sottomarino e discesero nell'oscurità fredda e solitaria. Questa discesa nella profondità fu un record mondiale, non si è mai più ripetuto. La profondità del mare è inconcepibile ed incalcolabile. La Fossa Marina ha più di 11 chilometri di profondità. La pressione del l'acqua sul fondale è di 15.931 libre per pollice quadrato. Tuttavia, c'è vita. Il signor Walsh vide sul fondo dei pesci simili a delle sogliole che sopravvivevano nonostante la pressione e l'oscurità assoluta.
Per la maggioranza di noi, è impossibile sondare la profondità della Fossa Marina. Ma molto più difficile è comprendere l'amore di Dio. Paolo aveva difficoltà per descriverlo, ma pregò affin ché i suoi lettori potessero, in qualche modo, comprenderlo e accoglierlo in se.
La ragione per la quale non possiamo raggiungere mai la profondità dell'amore di Dio è che è infinito, senza misura. Se qualche volta ti senti solo e non amato, se credi che stai affondando nella profonda oscurità della disperazione, pensa che l'amore di Dio per te è più profondo della Fossa Marina.

giovedì 10 aprile 2008

POVERO MA RICCO

Durante i duri anni della depressione, in un paese del Texas, il signor Best, si fermava nel magazzino del signor Miller per comprare prodotti freschi. Un giorno, il signor Miller stava pelando patate. Improvvisamente Best notò un bambino piccolo, magro, con vestiti logori ma puliti, che guardava impressionato una cassetta di uova fresche. Best non potette fare a meno di ascoltare la conversazione tra il bambino e il signor Miller: - Ciao Barry, come stai oggi-? -Ciao signor Miller. Sto bene, grazie stavo solo ammirando le sue uova fresche.
-Ti piacerebbe portarne qualcuna a casa? cosa hai da darmi in cambio?
- L'unica cosa che ho è la mia biglia più preziosa.
- Davvero? Me la lasci vedere? -È un gioiello! - Lo vedo. Mmm... l'unico problema è che questa è azzurra ed a me piacciono quelle rosse. Hai qual- cuna come questa, ma rossa?
-Non esattamente, ma quasi.-
-Facciamo una cosa. Porta questa borsa di uova a casa e la prossima volta che vieni mostrami la biglia rossa che hai.
- La signora Miller si avvicinò al signor Best e gli disse: - Sono bambini molto poveri e mio marito gli dice sempre di ritornare con una biglia di colore diverso, permettendo ai bimbi di rimanere in possesso delle proprie biglie e nello stesso tempo possono portare ogni volta a casa borse piene di frutta o uova. Mio marito non ha una sola biglia!
Best Rimase impressionato e commosso. Dopo molti anni, al funerale di Miller notò un uomo in divisa che piangeva e ringraziava Dio. Era quel bimbo che era venuto a saldare il suo debito! Non saremo ricordati per le nostre parole, bensì per le nostre azioni!

martedì 8 aprile 2008

NASO ED OCCHIALI

Una volta disse il naso al suo padrone: "Sono stufo di dover sopportare quegli occhiali affinché i tuoi occhi possano vedere, da ora in poi mi rifiuto di portarli." L'uomo non volle essere ingiusto e rispose: "D'accordo, si farà come tu vuoi". Ma improvvisamente quella persona, non potendo vedere bene senza i suoi preziosi occhiali, inciampò e cadde. Guarda caso, cadde rovinosamente in avanti e cosa successe? Sbatté violentemente il naso rompendoselo! Da quel momento, il povero naso, non solo dovette sopportare gli occhiali per non ripetere l'incidente, ma dovette sopportare per settimane, fastidiosi ed asfissianti cerotti.
Chi siamo noi per disprezzare gli altri? Molte volte ci sentiamo carichi o ci sembra che sopportiamo cose che non ci servono a niente. Gesù disse "Chiunque mi voglia seguire, prenda la sua croce e mi segua." Smettiamo di lamentarci, per ogni sciocchezza o piccolezza, magari è per il nostro bene e neanche lo sappiamo!

giovedì 3 aprile 2008

OLTRE IL DENARO

Una famiglia povera aveva la capacità di prendere tutte le cose per il verso giusto, ed una donna ricca si decise ad aiutarli. Ma un giorno la visitò un vicino della famiglia povera e le disse che la stavano imbrogliando. "I bambini di quella famiglia mangiano sempre cose deliziose, lussi che nemmeno io posso permettermi." disse il vicino. La donna ricca andò a visitare, a mezzogiorno, questa famiglia. Era ferma vicino alla porta, sul punto di bussare, quando sentì che una delle bambine domandava ad un'altra:
- Servi carne arrosto oggi?- - No, credo che mangeremo pollo - rispose l'altra bambina.
Sentendo questo, la donna entrò immediatamente. Vide le due bambine sedute al tavolo sul quale c'erano poche fette di pane secco, due frutti freddi, una brocca di acqua e nient'altro. Alla sua domanda, risposero che facevano finta che il loro povero pranzo fosse un vero banchetto: "Lei non sa come è delizioso il pane quando uno lo chiama torta di fragole."
"Ma è molto più goloso se lo chiami gelato alla crema" disse l'altra bambina. La signora ricca uscì di lì con una nuova idea di quello che significa la felicità. Scoprì che la felicità non sta nelle situazioni, bensì nei pensieri. Aveva appena imparato quello che Salomone aveva detto tanto tempo prima che "Il coraggio dell'uomo lo sostiene nella sua malattia; ma perso il coraggio, chi l'alzerà?"
Non chiediamo che cambi la nostra fortuna, chiediamo di essere trasformati noi ed i nostri pensieri. Allora, vedremo che ci sono benedizioni che ci aspettano!

sabato 15 marzo 2008

LE TRE VIRTU'

Che tipo di essere umano sono?
Semplice domanda, vero? Alberto Magno (santo dell'antichità) parlava di tre virtù:
- quella del bicchiere che trattiene e che non dà niente;
- quella del canale che dà e non trattiene nulla;
- quella della fonte che mantiene e dà.
Riflettendo, ci sono esseri umani-bcchiere, la cui unica occupazione è immagazzinre virtù, scienza e sagezza, oggetti e denaro. Sono quelli che credono di sapere tutto; avere tutto, e considerano il loro compito finito quando hanno concluso il loro apprendimento. Non possono condividere la loro allegria, né mettere al servizio degli altri i propri taleni, neanche condividere saggezza. Sono straordinariamnete sterili; servitori del loro egoismo; carcerieri del proprio potenziale.
D'altra parte esistono gli esseri umani-canale, sono quelli che passano la vita facendo e facendo cose. Il loro dilemma è: "produrre, produrre e produrre", non sono felici se non si dedicano a molte, moltissime attività e tutte in fretta, senza perdere un minuto. Credono di stare al servizio degli altri, frutto della propria nevrosi produttiva, quando in realtà il loro lavoro è l'unico modo che hanno di colmare le proprie carenze; danno, danno e danno; ma non mantengno. Continuano a dare e si sentono vuoti.
Ma possiamo trovare anche esseri umani-fonte che sono vere sorgenti di vita. Capaci di dare senza svuotarsi, di irrigare senza decrescere, di offrire la loro acqua senza rimanere secchi. Sono quelli che ci spruzzano "gocce" di amore, fiducia ed ottimismo, illuminando gli altri con il riflesso di Cristo nella loro vita!
E noi che uomo siamo?