sabato 7 giugno 2008

PRIGIONI NELLE QUALICI RINCHIUDIAMO

Paysandú, una bella città moderna e progressista, ubicata sulla sponda orientale del fiume Uruguay, aveva un problema. Avevano appena inaugurato un nuovo sistema carcerario, ma non c'era nessun carcerato da rinchiuderci. Il sindaco inaugurò l'edificio con una cerimonia molto solenne, e preparò un bel discorso. L'unica cosa che mancava, era qualcuno che inaugurasse quelle nuove e pulite celle. Si trovarono diversi nomi di delinquenti conosciuti, ladri, truffatori, ma non si trovò nessun candidato appropriato. Quindi successe una delle ironie della vita. In pochi giorni si scoprì nella città un gran contrabbando di automobili nella quale era implicato il sindaco stesso. Chi avrebbe pensato che quell'uomo che inaugurò la prigione sarebbe stato il primo ad inaugurarla in tutti i sensi? Gli esseri umani fabbricano continuamente prigioni nelle quali si rinchiudono da soli. Una delle prigioni più nefaste nella quale ci rinchiudiamo è quella della paura. Alcuni temiamo la malattia e la morte prematura. Che cosa guadagniamo con una simile paura? Per caso non ci priva della pace interna, imprigionandoci in una cella di preoccupazione costante? Pertanto, non ci angosciamo per il domani, perché ci saranno degli affanni. Ogni giorno ha già i suoi problemi ma non dobbiamo temerli. Invece di permettere che la paura e l'ansia c'imprigionino, permettiamo piuttosto che l'amore di Dio, amore perfetto, getti fuori la paura e ci liberi.

1 commento:

tangalor ha detto...

Parole sante :)